“L’arte nasce dalla meraviglia, la meraviglia è cultura, la bioarchitettura è arte dei mestieri, l’architetto è anche artigiano”
La bioarchitettura è un approccio equilibrato per raggiungere standard di qualità abitativa elevati nelle costruzioni, in funzione delle loro caratteristiche tipologiche, di utenza e soprattutto del loro rapporto con l’ambiente circostante. La bioclimatica assieme alla bioedilizia e a scelte tecnico-impiantistiche “dolci”, ponderate e non legate a tecnicismi esasperati, rappresentano le tre variabili per raggiungere risultati di livello sul profilo del risparmio energetico, della sostenibilità ambientale e di un’ “estetica” dell’abitare rinnovata e non fine a se stessa.
Clima, temperature, venti prevalenti permettono valutazioni importanti sulla salubrità e disposizione dei locali, sullo sfruttamento delle caratteristiche climatiche del contesto analizzato. Disporre gli ambienti giorno a sud e quelli notte ed accessori a nord permette un buon comfort termo-igronometrico interno, di illuminazione naturale e di sfruttamento degli ambienti più utilizzati. La forma dell’edificio e la sua disposizione deve tenere di conto inoltre della direzione dei venti prevalenti di zona, favorendo l’areazione naturale / trasversale della residenza. Progettare spazi a doppia altezza con aperture alte, favorisce in regime estivo l’estrazione del calore durante la notte.
Temperature e umidità, in aumento negli ultimi anni, spostano la scelta verso un involucro efficiente con elevati valori di sfasamento in regime estivo, garantendo comunque una buona traspirazione e controllo del vapore acqueo.
I diagrammi solari legati alla longitudine e latitudine permettono la definizione del soleggiamento e di eventuali ombreggiamenti non desiderati o in alternativa voluti, al fine di determinare sistemi passivi per ovviare a problemi di surriscaldamento delle superfici.
I sistemi schermanti verticali, possono integrare e migliorare questo aspetto in estate nel tardo pomeriggio, quando l’altezza del sole è minima. Le scelte per il buon funzionamento della casa determinano quindi anche il suo valore formale.
Lo studio delle superfici soleggiate determina poi la scelta per l’area più idonea per lo sfruttamento dell’energia solare.
Parlare di bioedilizia e di materiali a basso impatto per l’ambiente è fattibile, ma realizzare un opera seguendo questo principio in maniera radicale non è altrettanto semplice.
Per quanto concerne le costruzioni in legno, le produzioni di legno lamellare hanno solitamente sede in nazioni lontane ma tradizionalmente ecologiste, quali ad esempio l’Austria, la Norvegia e la Svezia. Qui i pini e gli abeti, utilizzati per queste particolari produzioni, provengono da pianificazioni forestali con taglio a ricrescita programmata.
Da mettere in rilievo, inoltre, la semplicità realizzativa della tecnologia costruttiva del legno, che prevede incastri / piastre e viti e, di conseguenza, ridotti tempi di esecuzione e maggiore certezza dei costi.
Lo stesso approccio è applicato alla scelta dell’impianto termico più adeguato alle esigenze dell’ utenza e alle possibilità di sfruttamento dell’energie rinnovabili che il contesto e le volumetrie della residenza permettono.
Generare calore a bassa temperatura scegliendo terminali adeguati, tramite generatori a biomasse (come il pellet) o comunque facilmente integrabili alle fonti alternative, con un adeguato dimensionamento degli accumuli di acqua calda utile sanitaria e per il riscaldamento (in funzione dell’utenza), significa realizzare impianti lineari dove l’energia non viene dispersa in “tecnicismi” ed esasperazioni, anche se oggi le norme non sempre lo permettono.
La bioarchitettura riporta il sapere al mondo dei “mestieri” ovvero dell’architetto che conosce e tocca con mano la realizzazione dell’opera e che è capace di sperimentare perchè cantiere dopo cantiere aumenta la propria conoscenza critica di ciò che ha pensato e disegnato nella sua mente. Tutto ciò è stato lentamente abbandonato e le nostre perifierie ne sono il risultato.
L’architetto artista-artigiano, che oggi probabilmente non riuscirebbe più da solo a seguire il processo edilizio, dovrebbe essere affiancato da figure professionali che lavorano insieme in cantiere e su disegno. Al suo lavoro di laboratorio e sperimentazione, sempre più complesso, dovrebbe seguire un’elaborazione esecutiva in fase di progetto e di conoscenza critica in fase realizzativa.