Plesso scolastico di Cintolese

 

CLIENTE PROGETTISTI ANNO PROGRAMMA SUP. INTERVENTO STATO DEI LAVORI UBICAZIONE
Pubblico Arch. Luca De Lorenzo Arch. Marco Baldacci Arch. Elena Del Fante 2016 N° 15 aule
N° 390 alunni
2.230 mq 6° classificato  Progettazione d’idee Monsummano Terme (PT)



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Rigenerazione urbana – nuovi modelli spaziali

Oggi la “buona scuola” deve prescindere da regole, tagli, numeri, e mettere al centro la “bellezza” e la qualità dello spazio architettonico, poiché la formazione è un obiettivo fondamentale del nostro paese.
“La scuola è il luogo dove avviene il miracolo che trasforma sudditi in cittadini” è la nota affermazione di Calamandrei, per cui sperimentare attraverso la qualità fisica dei suoi spazi significa creare una dimensione più ampia e più alta delle cose che ci circondano.
La scuola rappresenta una duplice sfida: quella del rapporto tra edificio e contesto, e quindi il disegno della città e la rigenerazione urbana, e la sfida sulla qualità architettonica con la ricerca di nuovi modelli spaziali, standard funzionali e ambientali.
La nuova scuola di Cintolese, può cogliere questa sfida, nonostante l’importo disponibile per i lavori non sembri “sostenere” pienamente tale approccio. Il numero delle sezioni, degli alunni e quindi gli standard richiesti determinano una superficie che ben rappresenta un frammento di “città”: le quattro “ali”, tre per la scuola primaria e una per l’infanzia, assieme alla cerniera del volume mensa-biblioteca, si inseriscono nel contesto di frangia tra urbano e rurale “fecondando” questo territorio. La scuola è infatti un luogo attivo, un luogo di incontro tra diversità, e la sua architettura registra e traspone in spazio tale peculiarità estendendola al contesto.
Un progetto-paesaggio, con una propria identità, riconoscibile formalmente e funzionalmente, dove il ripensamento dello spazio “connettivo” (fondamentale nei nuovi modelli pedagogici) ha creato un tutt’uno con gli spazi esterni. Le tre piazze-giardino esterne sono “collanti” e dilatazione del nuovo spazio formativo interno delle due scuole. La “piazza” fa pensare alla scuola come una città, in essa avviene quel miracolo in cui bambini e studenti, oltre alle teorie dei fenomeni, imparano la pratica della convivenza, che sarà positiva tanto quanto sarà stata piacevole l’esperienza fisica.
La piazza giardino è elemento paesaggistico e spazio di interazione, più o meno attrezzato: giochi a terra e non, movimenti di terra verdi, attrezzature ludiche/sportive, sedute, ombreggiature per la sosta offrono ai cittadini del futuro la possibilità di fare esperienze concrete e crescere “attivamente”.
In altre parole un edificio-contesto che amplifica il messaggio didattico oltre la scala architettonica, e che pur con il suo basso impatto legato alla progettazione su di un unico livello (requisito indispensabile per garantire la completa accessibilità del manufatto), riesce con la sua articolazione e composizione libera, ma funzionale, a “contaminare” positivamente il paesaggio.

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L’altra sfida è legata al ripensamento dell’edificio scolastico al suo “interno” per adattare ed inventare nuovi spazi ed interazioni, adeguati alle mutate esigenze formative: la ricerca progettuale dà nuova forma ai rinnovati obiettivi educativi. Si deve partire da un radicale ripensamento della funzione centrale dell’aula, al nuovo ruolo dello spazio aperto e della connettività, dei servizi e del verde.
Tutto si può riassumere con una “dislocazione dell’apprendimento” ovvero immaginare luoghi nuovi, meno definiti, più aperti e avvincenti, pensati per diversi gradi e diversi tipi di concentrazione e interazione tra gli attori coinvolti. Le aule della nuova scuola del Cintolese difatti “esplodono” e dilatano il processo educativo verso luoghi altri, grazie ad un connettivo fluido e “trasparente”, a spazi più o meno racchiusi/flessibili (aule speciali, laboratori,ecc), alla diretta connessione visiva-fisica con le piazze giardino e alla morfologia delle stesse, ed inoltre, grazie alle grandi specchiature (filtrate, per un buon comfort luminoso interno) che mettono in relazione paesaggio con le unità didattiche.

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Sostenibilità energetica e ambientale
La bioarchitettura ovvero lo studio dell’edificio come un organismo che è più della somma delle sue parti è l’approccio che sintetizza forma, funzionalità e sostenibilità energetica-ambientale. Di essa fanno parte la bioclimatica, la bioedilizia e l’attenzione per sistemi impiantistici. Questi ultimi progettati in modo più lineare e semplice possibile.
La scelta architettonica dei quattro gusci e dell’elemento cerniera per gli ambienti comuni, deriva da scelte interdisciplinari, messe a sistema nell’organismo architettonico.
La cerniera è elemento-segno dell’accesso al complesso scolastico, ma anche unione tra i due livelli di formazione: la sua copertura ottimale per superficie ed esposizione ospita un sistema fotovolatico integrato per la produzione dell’energia elettrica ovvero dell’energia primaria (visto il tipo di impianto).
I quattro gusci, vengono disposti e caratterizzati attraverso lo studio bioclimatico degli ombreggiamenti. Quando le ampie superfici vetrate sono rivolte a sud-ovest, esse vengono schermate da essenze ad alto fusto (latifoglie). Il verde delle piazze giardino è quindi un verde bioclimatico, permette il passaggio solare di inverno ed evita il surriscaldamento degli elementi trasparenti in estate. Nel caso in cui il “guscio” è rivolto con il connettivo a nord, è la stessa forma architettonica che risponde al requisito energetico, offrendo la possibilità di prevedere grandi superfici vetrate in assenza di surriscaldamento estivo. L’uso del verde negli spazi attrezzati esterni e la possibilità del connettivo di avere sempre un lato libero su di essi permette inoltre l’abbattimento del fenomeno di surriscaldamento delle superfici esterne e una buona areazione trasversale degli spazi interni. L’architettura diventa premessa fondamentale per il risparmio energetico e per un buon livello di comfort esterno ed interno.
Le fondamenta della bioedilizia si basano sulla scelta di materiali naturali o con processi produttivi a bassisissimo impatto: oggi con difficoltà si riesce a rispondere a pieno a tale requisito. Di certo la struttura in elevato (pareti e copertura del guscio) pensata tutta in legno lamellare rappresenta un buon punto di partenza. L’involucro esterno realizzato in pareti bilama legno sughero, rivestite esternamente con pannelli di sughero con finitura rasata e tinteggiata, garantiscono un altissimo isolamento termico e una buona capacità di sfasamento dell’onda di calore in regime estivo. La copertura di tipo ventilato e di color chiaro, con un pacchetto di isolamento in fibra di legno di 22 cm., anch’essa garantisce ottimali livelli di comportamento termo-acustico delle pareti esterne. Le partizioni interne saranno realizzate con pareti composte legno-fibrogesso, adatte all’integrazione impiantistica e rispondenti ai requisiti acustici. Le pavimentazioni esterne (cls granulare) ed interne (cls lisciato, legno massello, ceramiche) verranno scelte con lo stesso approccio, con metodi di posa il più semplici e naturali possibile.
Un attenzione particolare ai materiali di rivestimento della cerniera mensa-biblioteca, ai “bow-window” dei laboratori e alle chiusure vetrate. Il volume centrale sarà rivestito a sud e in parte in copertura con TeCU gold, una lega metallica di color giallo oro, che rimane inalterata nel tempo ed enfatizza il volume integrandolo all’ambiente. La parete a nord e a est contenuta tra la copertura e l’attacco a terra , è invece finita con pannelli in sughero a vista, i quali determinano una superficie estremamente naturale, offrendo cromatismi diversi durante l’anno. Le ampie superficie vetrate risponderanno ai requisiti termo acustici previsti dalle normative, e se necessario potranno essere di tipo selettivo.

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La ricerca progettuale tra standardizzazione e libertà compositiva ha poi definito un altro elemento di sostenibilità economica-ambientale. All’interno dei 4“gusci” che definiscono l’edificio paesaggio, vengono analizzate e composte le attività principali e i servizi necessari: aule e servizi, funzioni ripetibili, vengono tenute assieme dal “giunto”, elemento architettonico tra il guscio (copertura) ed i blocchi (aule). Ciò permette una standardizzazione dei processi edilizi, una facile integrazione impiantistica e al contempo uno spazio connettivo dinamico e di elevata qualità architettonica. Lo spazio “giunto” oltre a funzionare da volano termico, tra esterno e blocchi, permette l’inserimento di strutture semi-prefabbricate le quali verranno vincolate alle fondazioni. Tali elementi avranno già le predisposizione impiantistiche necessarie per poi essere collegate in serie nel blocco.
Il sistema impianto può essere così riassunto: il sistema a pavimento; i collettori di distribuzione per il corretto bilanciamento idraulico; il sistema di trattamento dell’aria per la deumidificazione e il rinnovo; il sistema di termoregolazione per l’ottimale controllo delle temperature dell’acqua e dell’aria, l’impianto fonti rinnovabili. Tali componenti dovranno essere progettati per lavorare in sinergia e garantire cosi prestazioni elevate in termini di comfort e di risparmio energetico. Per la climatizzazione invernale ed estiva degli ambienti si sceglie quindi di utilizzare un sistema radiante a pavimento connesso ad un impianto di assorbimento alimentato da collettori solari ad acqua sottovuoto per i carichi di punta. In particolare si prevede uno speciale sistema a pavimento ecologico che utilizza solo materiali naturali, completamente riciclabili senza aggiunta di componenti chimici.